Parte la XXVII stagione teatrale della Locride

il 26 agosto al Teatro Greco Romano di Portigliola

lo spettacolo –ORESTEA- di Eschilo-

chiude la prima parte riguardante il periodo estivo.

la seconda parte proseguirà   al Teatro “Gioiosa”dI Gioiosa Ionica, Teatro Comunale di Locri e  Roccella Ionica,  durante il periodo invernale da ottobre 2017  a marzo 2018.

 

Il 26 agosto, ore 21,30,  con lo spettacolo “ORESTEA” di Eschilo , nella magica cornice

del  Teatro Greco Romano di Portigliola, che richiama un forte  passato culturale,  si conclude la prima parte della “XXVII STAGIONE TEATRALE DELLA LOCRIDE 2017-2018”.

 La rassegna ideata e curata del Centro Teatrale Meridionale Soc. Coop., con la Direzione artistica di Domenico Pantano ha  coinvolto i Comuni di Locri, Roccella Ionica, Gioiosa Ionica, Monasterace, Portigliola.

L’ORESTEA,  prodotta dallo stesso Centro Teatrale Meridionale con la regia di Giuseppe Argirò,  è

interpretata dagli attori:  CINZIA MACCAGNANO, SILVIA SIRAVO, MASSIMO REALE, MAURIZIO PALLADINO, ALBERTO CARAMEL, SILVIA FALABELLA, VERUSKA MENNA.

Il passato esercita un’attrazione irresistibile, infatti le nostre radici affondano in una cultura  immortale:  i classici ci parlano da lontano e spiegano il presente.

L’eternità della tragedia consiste nella sua contemporaneità.

L’Orestea sancisce non solo la nascita della storia teatrale, ma della  messa in scena come specchio della civiltà. L’archetipo dell’eterna lotta tra il maschile e il femminile si concretizza in un conflitto universale tra matriarcato e patriarcato, materializzandosi nelle figure di Clitennestra e Agamennone. La solitudine dei diversi personaggi trovano conforto nella sublime scrittura di Eschilo.

L’intera trilogia, l’unica a noi pervenuta, è stata condensata in 75 minuti, mantenendo comunque intatta l’azione scenica, più evidente nell’AGAMENNONE e legate alla vendetta nelle COEFORE. La parte dibattimentale delle EUMENIDI è stata interamente affidata al personaggio di Atena.

 

 

 

La tessitura drammaturgica è scandita dai  capitoli che confermano la serialità della tragedia e ne aumentano la dimensione epicizzante. L’ambientazione è  volutamente borghese, nella ricostruzione di un interno che racconta le vicende familiari degli Atridi: il gheros è infatti il nucleo originario della colpa che si tramanda senza pietà di padre in figlio e costituisce l’essenza stessa della tragedia classica rispetto alla modernità.

Il conflitto degli opposti inconciliabili esplode in una sequenza di omicidi  che sembrano affollare le cronache contemporanee. Si intrecciano così vendette ed esecuzioni  sommarie che anticiperanno, grazie al futuro teatro di Seneca, le  più buie atmosfere shakespiriane.

La drammaturgia eschilea è viva e di forte impatto emotivo, in virtù di una scelta stilistica condivisa con un cast di attori straordinari,  che prosciugano il testo, privandolo di ogni retorica, stilizzandone alcuni momenti, scegliendo una parola rarefatta e profondamente poetica.

Il coro, testimone di eventi,  è  composto da due elementi che rappresentano la comunità di Argo: il vecchio, depositario della memoria collettiva, e la giovane che nutre ancora speranza per il ritorno del re dalla terribile guerra di Troia.

Agamennone e Oreste sono impersonati dallo stesso attore, traslando ciò che avviene normalmente con Elettra, che assume su di sé la memoria del padre.  Questa volta è il figlio a rivestire le sembianze paterne, realizzando la vendetta e precorrendo Amleto,  come sintetizza Pirandello nella pagine de  “Il fu Mattia Pascal”.

Cassandra ci appare come una visionaria, dilaniata dalle bugie delle visioni, che preconizza un futuro di devastazione, adatto ad uno scenario postbellico.

Il linguaggio   si mantiene alto e viene volutamente contaminato con reviviscenze  dialettali solo in occasione dell’arrivo del Messaggero, che evoca scenari bellici e definisce così la condizione del reduce.

L’ultima parte dello spettacolo si concentra sul mito fondativo della democrazia, consegnata da Atena all’intera umanità.

La parola teatrale definisce così il passaggio  dallo stato di natura allo stato di diritto, affermando la condivisione della norma come fondamento del consorzio civile.

La scena racconta la vita e supera così l’imperfezione degli esseri umani.

Si conclude così la prima parte della “XXVII Stagione Teatrale della Locride 2017/2018”, relativa al periodo estivo,   iniziata il 30 luglio  al Teatro al Castello di Roccella Ionica con la commedia di Plauto “Càsina”,  e proseguita , sempre al Teatro al Castello di Roccella Ionica,  con:

  • 3 agosto la cover su Adriano Celentano, “Il re degli Ignoranti”;
  • 5 agosto, “Le Supplici ovvero figlie d’Egitto” di Sofia Bolognini,

        testo vincitore del Premio Cendic Segesta 2016;

  • 6 agosto, “Tutto Totò” di Gigi De Luca;
  • 11 agosto, “Molto Rumore per Nulla di Shakespeare;
  • 19 agosto, “Menecmi” di T.M. Plauto.

Mentre a Locri, Corte del Palazzo di Citta’,  sono stati rappresentati i seguenti spettacoli:

  • 1 agosto, “Un borghese piccolo piccolo” di Vincenzo Cerami;
  • 12 agosto, “Molto rumore per nulla di William Shakespeare;
  • 18 agosto, “Menecmi” di T.M. Plauto”.

A Monasterace, Area Museo antica Kaulon, sono stati rappresentati:

-13 agosto, “Molto Rumore per nulla” di William Shakespeare;

– 20 agosto, “Menecmi” di T.M. Plauto.

A Gioiosa Ionica, Piazza Plebiscito:

8 agosto,  “Simon  comic magic”.

La rassegna proseguirà dal mese di  ottobre in poi con la programmazione degli spettacoli al Teatro “Gioiosa” di Gioiosa Ionica, Teatro Comunale di Locri, Teatro Comunale di Roccella Ionica.

La stagione teatrale, ideata dal Centro Teatrale Meridionale Soc. Coop., ha avuto inizio nel lontano 1990 con la creazione del Teatro “Gioiosa” di Gioiosa Ionica,  ex Supercine, divenuta sede teatrale 

della stessa Cooperativa con l’allestimento e prima nazionale  dello spettacolo “I mafiusi della vicaria di Palermo” di Giuseppe Rizzotto, regia di Andrea Camilleri, protagonista Domenico Pantano, nel ruolo di Don Jachinu, il 16 agosto 1990.  Ventisette anni di  allestimenti e programmazione teatrale nella Locride!!  (e non solo), determinando così l’affermazione  di un polo teatrale nazionale di particolare importanza con la partecipazione di centinaia di  attori, dal più noto al meno noto,  fornendo un notevole servizio culturale al territorio  che ha potuto usufruire,  negli anni, di una panoramica di spettacoli teatrali  di pregio professionale di compagnie di giro.

 Si prega la massima diffusione.

 Grazie.

                                                                                                                                 Il Direttore artistico

                                                                                                                                  Domenico Pantano