Galimi “Aprire subito le guardie mediche di Feroleto Della Chiesa e Serrata”

Nonostante la sentenza ed il decreto di attuazione del TAR di Reggio Calabria,datati oltre cinque anni fa,i comuni di Serrata e di Feroleto Della Chiesa,continuano a rimanere senza il servizio di guardia Medica.E’un fatto di una gravità inaudita,sottolinea Michele Galimi,responsabile del Comitato per la difesa della Salute della Piana.”Questa sembra una terra di frontiera,abbandonata,dove nemmeno la forza della legge trova ragione,tuona Galimi”.
La logica esclusivamente economicista,non tiene in alcun conto il sacro diritto alla salute,il rispetto della dignità di una realtà dove la popolazione risulta prevalentemente anziana.È’bene ribadire che i cittadini di Serrata si dovrebbero servire del servizio presente a San Pietro di Carida’,uno dei paesi che seppur conta circa 2000 abitanti,risulta uno dei più estesi della provincia.Ed infatti,se il medico di turno si trovasse nella zona di Prateria (territorio a ridosso delle serre vibonese),quanto tempo impiegherebbe per rispondere alle chiamate provenienti da Serrata?
Un assurdo paradosso che crea pericolosi disservizi a discapito di pazienti bisognosi ed inermi.Si rifletta ancora sui danni e sulla irrazionalità che tutto questo provoca al pronto soccorso dell’ospedale di Polistena.Non trovando infatti risposte adeguate in quelle realtà,si finisce per portare la gente nella più vicina struttura sanitaria,con buona pace sulla prevenzione e sul funzionamento del nostro sistema.
Attorno a questo problema,sarebbe un grave errore lasciare da soli i sindaci,oppure cadere nel silenzio generale,così come è accaduto in tutti questi anni.
Crediamo sia dovere di quanti alle ultime consultazioni regionali,hanno trovato il loro tempo per recarsi in queste “estreme” periferie chiedendo il voto.Oggi facciano una battaglia unitaria,di civiltà,utile a non mortificare i diritti e la dignità di questi cittadini.
Noi continueremo la giusta mobilitazione e porteremo queste ragioni al commissario Cotticelli,perché si affermi che sul diritto alla salute non si faranno sconti a nessuno.