L’arroganza della Sacal: Il piano industriale ai sindacati non lo diamo!

Ancora una volta Sacal si distingue per il disinteresse e l’arroganza con cui tratta i lavoratori e i loro rappresentanti. Abbiano atteso fino ad ora una convocazione perché si illustrasse anche alle parti sociali il cosiddetto Piano industriale ma per l’azienda di gestione degli scali aeroportuali calabresi il confronto con il sindacato e i lavoratori rappresenta una evitabile perdita di tempo. Da quello che abbiamo appreso, però, questo Piano industriale è, in sostanza, una sorta di “Bignami” di quello che ha consentito a Sacal di partecipare e aggiudicarsi la gara per la concessione trentennale degli scali calabresi. Un Piano che non è stato applicato e che ci ha visto costretti come Filt-Cgil a esporre fatti e circostanze a cinque Procure della Repubblica. Fatti per cui ci risulta sono ancora in corso indagini. Ma la cosa che più ci preoccupa è la repellenza con cui il management della Sacal continua a trattare lavoratori e cittadini a cui fa intravedere nel tempo lungo di 15 anni il sol dell’avvenire con più risorse, più passeggeri, più voli, più sicurezza mentre per l’oggi e il prossimo periodo si chiede pazienza perché c’è il Covid che a Lamezia, Reggio e Crotone è più virulento di Catania, Bergamo e Francoforte. Sacal e Regione Calabria hanno tentato di presentare, non riuscendoci, un piano elettorale! Ma c’è di più: se quel Piano utile per l’aggiudicazione della concessione (che la Filt-Cgil ha potuto avere solo per decisione del giudice del lavoro!) non ha prodotto assolutamente nulla di quello che dichiarava, come può il “Bignami” anche nel tempo lungo avere effetti in grado di rafforzare il sistema aeroportuale calabrese? In sostanza, quale programmazione, quale missione produttiva per i singoli scali, quale e quanta occupazione, quale sicurezza, quali necessari ammodernamenti, quali rapporti con compagnie e altri scali nazionali e internazionali? Niente, di tutto ciò non c’è proprio nulla se non dichiarazioni future. E come ci si può fidare di una Società che ci ha costretto nel mezzo del mese di agosto a denunciare agli organi competenti quelle che per noi sono illegittimità che penalizzano lavoratori e qualità del lavoro? In questi mesi abbiamo concordato con esponenti istituzionali lametini che hanno espresso pubbliche perplessità sull’azione della Sacal sul versante dei diritti dei lavoratori e abbiamo sottolineato le giuste proteste dei cittadini e del sindaco di Crotone. Infine, stiamo assistendo alla discussione che sta avvenendo nella città di Reggio su una eventuale nuova società. La nostra posizione da anni è chiara: siamo per una unica società di gestione degli scali calabresi, pensiamo assolutamente impraticabile soluzioni prospettate da qualche esponente del centrodestra reggino (anche per la non volontà dei singoli soggetti richiamati) e pensiamo che una società aeroportuale per reggere sul mercato e non fare la fine della Sogas debba avere come motore propulsivo soggetti industriali con competenze specifiche e know-how adeguato. In questo senso una possibilità può essere rappresentata dalla società di gestione del Fontanarossa di Catania, il cui mercato con Roma e Milano è sostanzialmente saturo. Ma questa discussione deve essere proposta dopo la conclusione della battaglia per cambiare l’atteggiamento di Sacal che fino adesso non ha lavorato per gli interessi di lavoratori e cittadini, dello scalo internazionale di Lamezia, e degli scali di Reggio e Crotone. Al sindaco della Città metropolitana che ha chiesto su Facebook (ma perché non una tradizionale convocazione con le parti sociali?) anche al sindacato cosa ne pensasse rispondiamo che la nostra posizione non è cambiata: si faccia con chiarezza una vera battaglia contro il disinteresse della Sacal, si tenti fino in fondo la strada della partecipazione societaria, si costruisca una rete regionale istituzionale e sociale in grado, anche con la mobilitazione, di bloccare il disegno distruttore della Sacal, si blocchi il tentativo della Regione di difendere piccoli interessi di bottega e non quello generale dei cittadini calabresi. Alla fine di questo percorso, cominciando da Catania, saremo disponibili a cambiare spalla al fucile per una nuova iniziativa in grado di dare sicurezza allo sviluppo anche dello scalo dello Stretto.

Segreteria regionale Filt-Cgil Calabria