Medusa-10. L’alleanza nel Mediterraneo tra Grecia ed Emirati Arabi Uniti Di Al.Tallarita

In un mondo in cui apparentemente esiste solo la Sars-Cov2, in vero la vita continua e anche i cambiamenti strategici tra le nazioni e le operazioni militari.
Che cos’è Medusa-10? È il nome che identifica le esercitazioni congiunte greco-egiziane-cipriote che si terranno dal 30 novembre al 6 dicembre nel Mediterraneo orientale, a largo di Alessandria.
Gli Emirati Arabi Uniti approfondiscono, la loro partnership strategica, con la Grecia. Portando la loro influenza nel Mediterraneo orientale. E unendosi così, all’esercitazione navale tanto greca quanto egiziana, siglano una coalizione per controllare il nuovo revisionismo e le ambizioni territoriali della Turchia. New entry anche la Francia.
Un accordo strategico con la Grecia, dunque, siglato il 18 novembre e definito un risultato importante dal punto di vista di Atene, anche dal professore di Relazioni Internationali dell’Università Panteion di Atene, Kostas Ifantis.Prima volta dal dopoguerra che Atene conclude un accordo bilaterale così importante. Fatto per contenere la Turchia e fungere da deterrente. Gli Emirati Arabi Uniti, sono rivali della Turchia dal 2013. Perché questi sono contrari all’appoggio di Ankara ai Fratelli Musulmani. E si sono così schierati con la Grecia. Impegnata ad affrontare la Turchia nel Mediterraneo orientale, combattendone la sua politica. Criticata anche dal presidente dell’Emirates Policy Center di Abu Dhabi, che ha dichiarato Ebtesam al-Ketbi, . “Stiamo cercando di cooperare per affrontare l’Islam politico che la Turchia sta usando come copertura per la sua espansione e le politiche regionali”.
Si ricordi che in agosto, le navi da guerra greche e turche si sono scontrate nel Mediterraneo orientale e sono arrivati caccia F-16 dalla nazione del Golfo, sull’isola di Creta. Questo messaggio unitario dell’accordo greco-emiratino, arriva prima del Vertice dell’Unione europea (UE) di dicembre, dove saranno proposte le sanzioni alla Turchia. Inoltre c’è un’unione di intenti tra la Grecia e l’Egitto in rotta con la Turchia. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, ha visitato la Grecia proprio per le questioni del Mediterraneo. E questo è alleato degli Emirati Arabi Uniti, nella crisi diplomatica del Golfo, con il Qatar e in Libia.
La Grecia e la Turchia sono membri della NATO. E questa non si porrà in difesa degli Emirati Arabi Uniti. Che si guarderanno bene nell’entrare direttamente in una guerra greco-turca. Sostiene il professore Kostas Ifantis. Anche la direttrice dell’Unità del Medio Oriente e del Golfo Persico, dell’Istituto di Atene per Analisi di sicurezza e difesa, Antonia Dimou, ha dichiarato che : “Il nuovo accordo istituzionalizza lo stazionamento delle forze militari di un paese sul territorio dell’altro, che è molto importante per scopi di difesa”.
Inoltre sostiene la Dimou la “Turchia ha una presenza alle porte degli Emirati Arabi Uniti attraverso la sua base in Qatar, ora, attraverso l’accordo con la Grecia, gli Emirati Arabi Uniti espandono una presenza alle sue porte”. La Grecia vuole lasciare una porta aperta per negoziare con Ankara, ma se la Turchia interrompe le trivellazione. Per lei illegale. E i negoziati sarebbero su questioni reciproche: piattaforma continentale e zone di mare. Intanto, di questo accordo, Grecia- Emirati Arabi Uniti, è molto interessante la clausola di mutua difesa, in cui i due paesi promettono di assistere l’altro, ‘nel miglior modo possibile alla luce di una minaccia alla loro integrità territoriale da parte di terzi’.
La Grecia non cerca nemici della Turchia come alleati, palesa solo la sua preoccupazione per il revisionismo turco. Sentimento condiviso da Constantinos Filis, direttore esecutivo dell’Istituto per le relazioni internazionali, dell’Università di Atene Panteion. La Grecia ha trovato sostegno dall’Egitto, nel Mediterraneo e recentemente con gli Emirati Arabi Uniti.
Il comportamento di Ankara favorisce tale cooperazione, a Creta, e nel Mediterraneo orientale. così come sostiene Marwa Maziad, studiosa del programma di Difesa e Sicurezza dell’Istituto del Medio Oriente.
L’Egitto teme la Turchia per la sua sicurezza. Una minaccia regionale panislamista, espansionista, che mina la stabilità del Medio Oriente fino al Mediterraneo orientale. Così come lo teme la Grecia.
E intanto la Turchia, aveva annunciato in novembre, l’intenzione di procedere ed evolvere le attività di esplorazione per la ricerca di idrocarburi, con la nave da ricerca, Oruc Reis. Mentre continuano i negoziati. L’ambasciatore turco in Grecia Burak Ozugergin ha dichiarato: “La Turchia è pronta a cooperare con la Grecia e a risolvere le questioni tra i due paesi attraverso il dialogo, senza precondizioni”.
Speriamo sia così.
E sul fronte del Mediterraneo orientale si abbassi questa temperatura, che appare terribilmente bollente.