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Pubblicato il libro del giornalista Giorgio Metastasio, La Cattolica di Stilo: Luce d’Oriente-Contesto storico

Stilo è un grazioso borgo, situato su un altopiano del Monte Consolino, dalla nobile storia , resa ancor più affascinante dall’insediamento sul suo territorio di un gran numero di “laure” del monachesimo orientale, la cui principale testimonianza è la Cattolica, un suggestivo tempietto greco-bizantino la cui costruzione risale al X secolo.
Basta solo guardarla da lontano e si capisce subito che, non si tratta di un tempio di poca importanza, il ché si deduce anche dal nome “Cattolica” che indicava la categoria delle “chiese privilegiate” di primo grado.
Infatti con la nomenclatura impiegata sotto il dominio bizantino nelle province dell’Italia meridionale (soggette al rito greco), la definizione di katholikì spettava solo alle chiese munite di battistero.
La Cattolica da tutti è considerata tra le chiese più spettacolari della Calabria.
Ricalca il tipo classico della chiesa bizantina su pianta quadrata e croce greca. L’edificio è sormontato da cinque cupole di forma cilindrica rivestite da mattonelle disposte a rombo e spezzate al centro da mattoni simili, posti a “dente di sega”, che permettono di rompere la freddezza della sottostante massa cubica. All’interno la Chiesa è suddivisa in nove quadrati uguali da quattro colonne provenienti forse dalle rovine di Kaulon.
Sulle pareti ci sono affreschi a più strati, che testimonierebbero il passaggio attraverso cinque cicli di storia: il primo è relativo al X secolo, epoca della costruzione del cenobio e contiene raffigurazioni di santi guerrieri in tipico stile bizantino; il secondo è di epoca normanna e raffigura San Giovanni Crisostomo; il terzo è di epoca sveva raffigurante l’Annunciazione; il quarto è di tecnica gotica-internazionale e rappresenta San Giovanni Battista con altri santi; e il quinto rappresenta il sonno eterno della Vergine, sul manto della quale si notano gigli angioini che ne suggeriscono la datazione. Sono inoltre presenti all’interno della Cattolica delle iscrizioni in lingua araba, infatti, non è da escludere un eventuale uso della Cattolica come oratorio musulmano.
Recentemente la Casa Editrice Città del Sole, la quale si distingue per i pregevoli libri editati, ha pubblicato un libro dell’architetto-giornalista Giorgio Metastasio, proprio su questo meraviglioso tempio: La Cattolica di Stilo: Luce d’Oriente-Contesto storico, simmetria dinamica e cosmogonia celeste.
Giorgio Metastasio in quest’opera frutto di lunghi anni di ricerca e studio, attraverso 13 capitoli, corredati da bellissime foto, narra dettagli inediti, tracciando nuove coordinate per “leggere bene”, quello che solo si intravede.
In primis, la chiesa in origine si trovava al di sotto della città, cioè era posta alle porte della kastron bizantina e prima di entrare in città si doveva passare idealmente da lei, per entrarci.
L’autore offre poi una nuova interpretazione sul piano della geometria dinamica e sulla tipologia costruttiva, soffermandosi anche sugli aspetti artistici, decorativi ed epigrafici della chiesa bizantina.
Metastasio si sofferma sulla cosmogonia, con riferimento all’architettura della Cattolica e allo schema fondamentale della croce inserita nel cerchio.
In particolare la croce degli assi cardinali è l’elemento mediatore tra il cerchio del cielo e il quadrato della terra.
Non manca nemmeno l’analisi sismica e strutturale della Cattolica, anche se la parte più bella dell’opera è la lettura iconografica e paleografica degli affreschi presenti.
Degna di nota è anche la descrizione di due iscrizioni arabe ,scoperte negli anni 90 da Francesco Cuteri che potrebbero essere la prove della presenza degli arabi a Stilo.
L’opera, dalla scrittura chiara, precisa e meticolosa, è dedicata a Don Domenico Lorenti ultimo arciprete di Stilo, mentre la presentazione è stata curata da don Bruno Cirillo.
Un libro che non solo tutti i calabresi dovrebbero leggere, ma anche i turisti che ogni anno, in ogni stagione, si recano a Stilo per perdersi nella magia della Cattolica e che potrebbero ora guardarla con occhi nuovi, sotto una nuova luce.
Caterina Sorbara