Quali conurbazioni possibili sulla strada della costruzione della Città della Piana?

Ormai il processo che porta alla nascita di nuove Città in Calabria è iniziato e il dibattito che ne sta nascendo è inarrestabile. La stessa modifica da parte del Consiglio Regionale dell’articolo 5 della legge n. 15/2006 ,modifica con la quale non viene previsto più la delibera del Consiglio Comunale per dare avvio alle fusioni dei Comuni in un territorio, ha aperto una violenta discussione e di fatto ha riproposto una questione fondamentale per la sopravvivenza di tante realtà comunali della Calabria. Alcune esperienze si sono fatte strada in questi anni dopo la prima e più significativa della nuova realtà urbana, nata in Calabria nel 1968 e cioè quella di Lamezia Terme e che ha visto sorgere nuove città come quella di Corigliano- Rossano e di Casali del Manco.
Ma in questi ultimi mesi si sono affacciate nuove ipotesi di fusione di comuni e nuovi progetti come quello della Grande Cosenza (Cosenza-Rende-Castrolibero) o la Grande Catanzaro che punta a raggruppare diversi comuni del catanzarese. In questi anni sono state approvate diverse proposte di legge e sono stati incrementati i fondi straordinari nazionale e regionali previsti per le fusioni. Basta dire che la nascita di Corigliano-Rossano ha portato nelle casse comunali un bonus annuale di due milioni di euro e quasi due milioni per Casali del Manco. Ma perché unirsi?
Partiamo dal dato delle difficoltà economiche-finanziarie che trova i comuni italiani e soprattutto quelli calabresi , alle prese con dissesti, predissesti, piani di riequilibrio finanziario che rendono difficile mantenere anche i servizi più elementari come le scuole, le mense e il trasporto pubblico locale. In questa situazione di grave difficoltà che spinge tanta gente a stare lontana dalla partecipazione attiva alla vita politica ed amministrativa delle nostre comunità e spesso costringe diversi sindaci alle dimissioni, continua a persistere una logica campanilistica che di fatto ha portato a ritardi enormi, ad appuntamenti mancati, a perdita di processi di sviluppo, a ritardi nei processi di modernizzazione e di innovazione nella gestione del “Comune”. Inoltre incombe sul Sud la spada di Damocle dell’Autonomia Regionale Differenziata,targata Calderoli che darà il colpo di grazia soprattutto alle piccole comunità. La scelta dovrebbe essere obbligata per i comuni verso le Conurbazioni, le Fusioni o le Unioni di Comuni. La parola d’ordine che dovrebbe regnare è quella racchiusa in un vecchio detto: l’UNIONE FA LA FORZA. Immaginate per un attimo i vantaggi che potrebbero derivare dalla nascita di una città unendo Polistena-Cinquefrondi, Melicucco ,San Giorgio Morgeto ? Oppure l’Unione di Cittanova e Taurianova ? O addirittura la nascita della città della costa: San Ferdinando, Gioia Tauro e Palmi e nel contempo l’unione dei paesi dell’interno? Immaginate , per un attimo, come cambierebbe il nostro futuro con la nascita della CITTA’ DELLA PIANA con i suoi 33 comuni e 170 mila abitanti? Unirsi per risolvere i problemi impellenti del territorio che devastano il vivere quotidiano ma anche per porre rimedio alla debolezza contrattuale che i piccoli comuni hanno nelle dinamiche politiche che determinano le decisioni sugli indirizzi di sviluppo che vengono decise per macro aree. Unirsi anche contro lo spopolamento che produce la perdita culturale, ma anche minori introiti nelle casse comunali, con la riduzione di fatto dei servizi essenziali per l’aggravio dei costi sull’utenza. Non va dimenticato la riduzione dei trasferimenti statali ai comuni almeno del 50% e quindi il fondo di solidarietà comunale che si è sempre più assottigliato e diventa più difficile mantenere in ordine il bilancio comunale.
In questi anni si è diffuso il fenomeno del dissesto finanziario nei comuni con conseguente innalzamento del carico fiscale gravante sul cittadino che ha portato a chiusure o riduzioni di servizi alla comunità.
E’ evidente che esistono diverse perplessità ad attuare questo cambio di visione per il futuro, ma non sono accettabili le sterili polemiche rispetto alla possibile perdita di identità, soprattutto in una fase storica dove il territorio sta subendo processi che portano di fatto all’abbandono soprattutto delle aree interne a favore della urbanizzazione selvaggia nei grandi centri urbani.
Un processo che va governato e che prevede diverse ipotesi come quella di realizzare l’unione dei servizi essenziali, nettezza urbana, gestione idrica e fognaria, depurazione, illuminazione pubblica, polizia municipale, segreteria. Così come è valida l’ipotesi di mantenere le sedi municipali nei diversi comuni unificati e con i Consigli Comunali da tenersi di volta in volta nelle vari sedi municipali.
INSIEME PER TROVARE L’IDENTITA’ COMUNE potrebbe essere il motto da scrivere in un progetto prospettico della nascita di una nuova Città vista come “recinto sacro che raccoglie e protegge un popolo unito da legami di sangue, di Religione e di economia.”Un progetto sul quale costruire un movimento soprattutto culturale ,sapendo che il nostro futuro e quello delle nuove generazioni, può essere rappresentato solo dalla costruzione della Città dove la libertà sia basata sull’accoglienza e sulla partecipazione.
Polistena 28 Giugno 2023 Aldo Polisena Già socio fondatore del Comitato Conurbazione-Una uova Città e Segretario dell’Associazione Progetto Città della Piana.