Quando l’anima canta nasce la poesia! “Memorie perdute nel tempo” di Giuseppe Ventra

Quando l’anima canta nasce la poesia!
Ed è un dolce e struggente canto dell’anima la silloge poetica dal titolo “Memorie perdute nel tempo” di Giuseppe Ventra, per i tipi Editrice Sperimentale Reggina, con la presentazione di Enzo Vitale.
Ventra, medico biologo di professione e poeta per passione, emoziona il lettore con i suoi canti, intrisi di dolore, dolcezza, amore e infinita nostalgia.
Canti intessuti di solitudine che timidamente traspare e punge il cuore quasi come un’ape birichina.
Quando carichi d’anni, di esperienze, di vittorie e sconfitte: spesso frutto di sacrifici, rinunci, amore e gioia, si resta soli con il proprio bagaglio dei ricordi, allora è il tempo dei ripassi.
Si sfoglia il libro della vita e ritornano alla mente i propri vissuti.
Così nel silenzio della solitudine si scopre e si trova il perché di tutto, anche di un albero, di una stagione, di una festa o anche di un filo d’erba.
Alla fine il poeta diventa filosofo.
Memorie perdute nel tempo sono i ricordi che accompagnano il poeta, intrecciandosi con i suoi percorsi di vita.
Nelle liriche che danno corpo alla silloge immagini di rara bellezza catturano i l lettore così come in “Noi Soli”.
Sublimi i versi: ”Vivere un giorno senza te/ è vivere nel nulla. “
E ancora “Noi soli, sempre insieme/ con i profumi che i fiori fragili cantano per noi/ in un mondo dove la ginestra declina/ quello che abbiamo perduto.
Nella poesia “Autunno” la penna di Ventra diventa un pennello e le sue descrizioni diventano così precise, da rendere percepibili al lettore anche le più lievi sfumature.
In “Guerra nel mondo” si evince lo sdegno del poeta per la guerra dove non c’è rispetto per l’uomo, che diventa un numero e poi ancora “Festa in paese”, “Sera”, “Amicizia” e “Luce”.
Tante liriche che messe insieme, diventano un diario intimo e coinvolgente.
Elio Fiore poco tempo fa ha scritto: Essere poeta significa custodire un piccolo spazio di luce e di bellezza in un mondo dominato dalle tenebre e dall’orrore.
Ebbene Giuseppe Ventra con la sua silloge ha voluto donare al lettore i suoi piccoli spazi di luce e bellezza.
Spazi che continueranno ad emozionarci anche nel prossimo futuro.
Caterina Sorbara