Reggio Calabria: I medici scrivono al Prefetto, dopo gli episodi incresciosi del Riuniti

Siamo venuti a conoscenza, in maniera del tutto casuale e non dagli organi di stampa, che, nell’arco di una settimana, presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria si sono verificati tre episodi distinti di aggressione fisica, ingiurie, calunnie e minacce di morte nei confronti di tre colleghi che operano nel nosocomio cittadino e la cui unica colpa è stata quella di mettere a disposizione la propria professionalità per la cura del paziente. Con tristezza, alla luce di quanto si è verificato agli Ospedali Riuniti, recentemente, ed in tanti altri casi in altri presidi sanitari, dobbiamo prendere atto che il medico è divenuto l’anello debole di un sistema che ha bisogno di essere profondamente rivisto se non si vuole continuare ad aggiornare quello che è un vero e proprio bollettino di guerra. Noi, come Ordine, abbiamo invocato più sicurezza per i medici evidenziando questa drammatica situazione su vari tavoli istituzionali e cercando di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni e delle politica. Ad oggi, i nostri appelli, sono rimasti inascoltati e riteniamo che oltre ad esprimere la nostra assoluta solidarietà ai colleghi degli Ospedali Riuniti, è doveroso rinnovare il ricordo di quei medici che, negli anni passati, sono caduti sul campo vittime di una atroce ed incontrollata violenza.

Pertanto, è nostro dovere persistere nel sollecitare chi di competenza ad assumere le dovute iniziative volte a garantire un ambiente sereno e tranquillo dove operare.

La filiera sanitaria, che si esaurisce in un contatto diretto finale tra medico e paziente, il cui rapporto dovrebbe essere improntato sulla massima lealtà, correttezza, fiducia, comprensione e rispetto viene spesso esasperato e manipolato da interferenze esterne non controllabili che quasi sempre portano ad esasperare gli animi creando mancanza di fiducia e massima diffidenza tra le parti. Ci riferiamo a responsabilità enormi e dirette da parte della politica, dei sindacati, dei media, di categorie professionali senza scrupoli che sono diventati “professionisti” della malasanità.

Alla base di tutto c’è un problema culturale che, certamente, non potrà essere risolto dall’oggi al domani ma sul quale è necessario che tutta l’opinione pubblica rifletta. Medico e paziente sono alleati e non nemici. Tuttavia sui giornali continuano a comparire, con titoli a nove colonne ed a caratteri cubitali, notizie di casi malasanità solamente presunti e che, nella maggior parte dei casi, si risolvono nella completa assoluzione dei sanitari, a volte persino in fase d’indagine. Ma non finisce qui. Esistono ormai associazioni e avvocati pronti a sostenere, con tanto di spot in tv, giornali, internet ecc., le istanze di tutti coloro che suppongono di avere ricevuto un danno a seguito di un atto medico. E come se non bastasse c’è chi divulga notizie assolutamente infondate, destabilizzanti e strumentali, sullo stato del blocco operatorio degli Ospedali Riuniti. Tutto ciò sta creando una enorme sfiducia nei confronti di una categoria che, fino a qualche decennio addietro, godeva della giusta considerazione sociale.

A tutto ciò, dobbiamo aggiungere le difficoltà che da tempo denunciamo e che sono legate a doppio filo con piano di rientro, che dura ormai da sette anni, e dal blocco delle assunzioni con ha portato a gravi carenze di organico, carichi di lavoro enormi, lunghe liste d’attesa ed un sistema sanitario, di fatto, vicino al collasso nell’attesa che l’annunciato e agognato sblocco del turnover possa far sentire qualche effetto anche in considerazione della circolare che obbliga gli Hub a ricoverare anche i pazienti a basso rischio.

Tutto questo crea un clima di sfiducia e diffidenza nei pazienti che si tramuta spesso ad identificare nel medico, che in verità rappresenta ultimo baluardo alla sanità, il capro espiatorio con il verificarsi di un numero sempre crescente di episodi di violenza nelle corsie. A questo punto nel riservarci di intraprendere nelle sedi competenti le iniziative che riterremo necessarie per garantire l’incolumità fisica e professionale dei nostri iscritti riteniamo imprescindibili alcune azioni da realizzare a cura della Direzione Strategica degli Ospedale Riuniti nell’immediato.

In primo luogo è necessario regolamentare l’accesso all’ospedale individuando una sola entrata al pubblico (al momento sono molteplici); utilizzare ed incrementare l’attività delle guardie giurate in convenzione dislocandoli nei reparti e non relegarli a ruolo di posteggiatori; concentrare gli ambulatori in un posto accessibile dall’esterno impedendo l’accesso indiscriminato di tutti gli utenti nei reparti; redigere un regolamento comune all’accesso ed al colloquio con i parenti dei  pazienti investendo del problema il direttore sanitario di presidio e gli ispettori sanitari.

Prima, però, è necessario bandire la violenza dalle corsie e ripristinare le condizioni minime di vivibilità e serenità fra gli operatori sanitari degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.

Reggio Calabria 20.05.15

                                               Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria