Slow Food: 29 oli della Calabria diventano presidi degli olivi secolari

Nonostante la campagna olearia di quest’anno abbia presentato diverse criticità, si allarga la rete degli oli calabresi che diventano Presidio Slow Food degli olivi secolari. A comunicarlo sono il responsabile regionale dei Presidi Slow Food per la Calabria, Alberto Carpino e il portavoce regionale di Slow Food Michelangelo D’ambrosio. Nel comunicare lo straordinario successo registrato nella campagna olivicola, i due esponenti di Slow Food hanno spiegato anche il cambio di denominazione del Presidio che diventa degli olivi secolari, un cambio che segna l’impegno di Slow Food sull’aspetto della tutela ambientale che il patrimonio olivicolo svolge nel nostro paese e della biodiversità che, specie in Calabria, è costituita da ben 34 cultivar diverse sparse lungo tutto il territorio dal Pollino all’estrema punta dello stivale.

Sono ben 10 le cultivar rappresentate dai 29 oli extravergine di oliva: Carolea, Ciciarello, Dolce di Rossano, Grossa di Gerace, Ottobratica, Pennulara, Roggianella, Sinopolese, Spezzanese, Verace di Saracena. Ad essere riconosciuti presidio sono le aziende Arcaverde, Cv Spezzanese, Cerchiara di Calabria – Antonio Cristiano Tenute, Cv Carolea, Lamezia Terme – Agriturismo Arcobaleno, Cv Carolea, Girifalco – Candiano Antonella, Cv Dolce di Rossano, Corigliano Rossano – Catanzaro Giuseppe, Cv Carolea, Tiriolo – Chiera Giuseppe Frantoio Oleario, Cv Grossa di Gerace, Isca sullo Ionio – Costantino Mariangela, Cv Carolea, Maida – De Bellis Pasquale, Cv Dolce di Rossano, S. Demetrio Corone – Diana Biagio Cv Verace di Saracena, Saracena – Fratelli Renzo Cv Dolce di Rossano, Corigliano Rossano – Frantoio Gagliardi, Cv Verace di Saracena, Saracena – I Tesori del Sole, Cv Carolea, Lamezia Terme – Labonia Pasquale, Cv Dolce di Rossano, Caloveto – Laurito Antonio, Cv Verace di Saracena, Saracena – Le Terre della Carolea, Cv Carolea, S. Pietro a Maida – Loredana Sapia, Cv Dolce di Rossano, Calopezzati – Loria Tenute, Cv Sinopolese Delianuova, Mafrica Frantoio, Cv Ciciarello, Limbadi, Olearia Geraci, Cv Dolce di Rossano, Corigliano Rossano – Olearia San Giorgio, Cv Ottobratica, S. Giorgio Morgeto – Oleificio Perrone, Cv Sinopolese/Ottobratica, Delianuova – Oleificio Torchia, Carolea, Tiriolo – Olio Presta, Cv Roggianella, Mottafollone – Poderi d’Ippolito, Cv Carolea, Lamezia Terme – Rosanna Murgia, Cv Pennulara, Caccuri – Rotella Domenico, Cv Carolea, Tiriolo – Santa Venere Az. Agr., Cv Dolce di Rossano, Cirò – Sorelle Garzo, Cv Ottobratica, Seminara – Ventra Giovanni, Cv Sinopolese, Cittanova.

Gli olivicoltori aderenti al Presidio nazionale degli oliveti secolari devono avere impianti di cultivar autoctone del territorio gestiti senza fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici. Per eventuali trattamenti, sono consentiti prodotti a basso impatto ambientale, che garantiscano un residuo finale sul prodotto pari allo zero. Nel caso di pendenze o situazioni paesaggistiche complesse, le lavorazioni in campo devono seguire buone pratiche agronomiche per evitare l’erosione e smottamenti dei terreni. Inoltre, poiché potare o raccogliere le olive da piante secolari è molto più oneroso rispetto a impianti giovani, per evitare l’abbandono degli oliveti più antichi, il Presidio prevede che almeno l’80% delle piante abbia un’età minima di 100 anni. Infine, i produttori devono dotarsi dell’etichetta narrante per raccontare e valorizzare la propria storia, il proprio territorio e il proprio lavoro.

Il risultato eccezionale, che su base annua registra ancora un incremento di quasi il 10% di oli che possono fregiarsi dell’ormai famoso logo della chiocciolina rossa, è dovuto principalmente al sacrificio, alla passione, alla competenza e alla laboriosità degli olivicoltori calabresi che sempre di più hanno compreso il valore delle produzioni di qualità che oltre a vincere le sfide del mercato assumono un aspetto etico in relazione alla tutela dell’ambiente e della biodiversità. Il buon olio si produce prima di tutto nell’oliveto con tecniche razionali rispettose dell’ambiente e della pianta e poi durante la trasformazione dove l’attenzione alle tecniche e principalmente alle temperature di estrazione giocano un ruolo importantissimo per la conservazione dei polifenoli e degli altri componenti l’olio.

Un ringraziamento particolare carpino e D’Ambrosio lo hanno rivolto a Giuseppe Giordano, il capo Panel che da anni esegue con grande rigore le analisi delle caratteristiche sensoriali degli oli, rivela pregi ed eventuali difetti e attribuisce i punteggi. Si ricorda, in proposito, che solo gli oli che raggiungono un punteggio di 75/100 possono essere annoverati tra i Presidi.
«Una pattuglia sempre più numerosa – come sottolineano Alberto Carpino e Michelangelo D’Ambrosio – che abbraccia la filosofia di Slow Food rendendosi interpreti del Buono, Pulito e Giusto, che caratterizza l’intera gamma dei presidi italiani». Ulteriore novità rispetto al passato è rappresentata dal fatto che la chiocciola può essere riprodotta anche sulla bottiglia e l’etichetta narrante, che affianca l’etichetta di legge, può essere linkata attraverso un QRCode attivabile direttamente da smartphone. Una piccola innovazione che consente di risparmiare sulla carta e non toglie nulla a quanto ciascuna azienda produttrice intende comunicare circa i metodi di produzione dell’olio. L’etichetta narrante è un progetto Slow Food e racconta il prodotto, chi lo produce e tutta la filiera.

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