Gioia Tauro, al voto al voto

Negli ultimi tempi Gioia Tauro ha avuto più Commissari Straordinari che Sindaci, ma, è evidente a tutti, le cose non cambiano mai;

la frase più ricorrente tra i cittadini gioiesi “meglio il peggior sindaco del miglior commissario”  ha assunto i connotati di un mantra.

 

Il decreto del Presidente della Repubblica del 15 Maggio 2017, la relazione del Ministro dell’Interno e quella Prefettizia riferiscono che nel Comune di Gioia Tauro “sono state riscontrate forme di ingerenza della criminalità organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l’imparzialità degli organi eletti nelle consultazioni amministrative del 31 Maggio 2015, nonché il buon andamento dell’amministrazione ed il funzionamento dei servizi” e per questo compendio motivazionale dispongono, “al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell’amministrazione comunale .. l’intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata per rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l’interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell’Ente”.

 

L’accertamento delle eventuali responsabilità amministrative e penali non è certa-mente compito nostro che ribadiamo completa fiducia negli organi a ciò deputati; preme, dal punto di vista politico, segnalare alcuni passaggi di non poco conto. 

Ci chiediamo quindi se l’intervento dello Stato (con il commissariamento) abbia lo scopo messo nero su bianco dal Presidente di rimuovere gli effetti pregiudizievoli per l’interesse pubblico.

Oggi, 22 Settembre 2018 questi interessi pregiudizievoli sono stati effettivamente rimossi? A noi sembra di no perché, ad oggi, sconosciamo, come quasi tutta la cittadinanza, l’eventuale adozione di un qualsiasi provvedimento amministrativo  per garantire il tanto agognato e promesso “funzionamento dei servizi” di cui al decreto Presidenziale (a tal proposito appare, ad esempio,  pleonastico ricordare a tutti che la raccolta differenziata è ferma dal 2015 e la città è disseminata di discariche abusive favorite da una gestione a dir poco  fallimentare della raccolta dei rifiuti comunali ).

Quel che però ci colpisce particolarmente è che la nomina e l’intervento diretto dello Stato aveva ed ha come primaria esigenza quella di “assicurare il risanamento dell’Ente”;

ed allora si dovrà pur dire che Gioia Tauro ha subito la dichiarazione di dissesto ad appena due mesi dall’insediamento della Commissione ma che da tale data (29 Giugno 2017) ad oggi non sono stati presentati e predisposti i bilanci consuntivi 2016 e 2017?

Si può dire che senza l’adozione di questi bilanci è letteralmente impossibile predisporre un prospetto di bilancio riequilibrato utile ad ottenere finanziamenti dal Governo per ripianare la voragine del debito che impedisce l’adozione di qualsiasi iniziativa volta a garantire un minimo di servizio alla cittadinanza?

Si può dire che appare letteralmente inspiegabile che chi ha dichiarato il dissesto indicando tra le concause che hanno portato al fallimento il continuo ricorso alle “anticipazioni di cassa” sta operando, purtroppo, allo stesso modo?

Si può dire o no che le riscossioni delle entrate tributarie per poter far fronte ai costi dei servizi raggiungono livelli così bassi che definirli miseri non rende neppure lontanamente l’idea?

Si può dire o no che appare letteralmente inconcepibile che si possano stabilire votazioni per l’elezione del Sindaco non fornendo al cittadino candidato e soprattutto al cittadino elettore il quadro economico di cassa comunale?

Si può dire o no che ad oggi, a fronte delle motivazioni dello scioglimento, non si ha notizia di eventuali proposte di incandidabilità di candidati a sindaco o di candidati a consigliere e si lascia ancora una volta alla cittadinanza la responsabilità del voto col rischio del record universale di scioglimenti comunali?   

Al voto quindi ma senza che lo Stato, che  da diciotto mesi amministra la nostra città, sia riuscito a  ripristinare le necessarie “condizioni di normalità”, senza inoltre che sia stata fatta chiarezza e si siano risolti il problema della  mancata approvazione del consuntivo 2016 e dei bilanci o senza aver pagato i creditori dopo aver dichiarato il dissesto.

Al voto  con un sistema di gestione dei rifiuti disastroso grazie alla raccolta dell’im-mondizia e non della differenziata, porta a porta.

Auspichiamo quindi che il Governo fermi queste elezioni con un’ulteriore proroga ma accompagnata poi da  interventi  straordinari e risolutivi.

Altrimenti si voti pure  ma così sarà sempre più forte la  sensazione che, come nella canzone di De Andrè, a Gioia Tauro lo Stato “ si costerna, s’indigna, s’impegna poi getta la spugna con gran dignità”.