Gioia Tauro, evento “C’era una volta il mare”

La plastica è uno dei principali materiali inquinanti del pianeta, e la situazione è sempre più grave, soprattutto se consideriamo l’impatto che la plastica ha sul nostro ambiente, e in particolare sui mari e sugli oceani.
Nei mari italiani le reti dei pescatori non contengono solo pesce: la metà del loro pescato è: sacchetti, bottiglie di plastica in varie forme cannucce e pezzi di polistirolo.
Portando a riva la plastica recuperata, i pescatori dovrebbero versare una tassa, o rischierebbero di essere denunciati per traffico illegale di rifiuti: una situazione assurda, che potrebbe essere risolta modificando la normativa e incentivando i pescatori a collaborare.
Questo è uno solo dei tanti segnali che indicano quanto l’inquinamento da plastica sia un’emergenza grave, che sta minacciando la sopravvivenza di più di 700 specie animali : pesci, mammiferi marini e uccelli che scambiano rifiuti di plastica per cibo e vengono soffocati, oppure che ne rimangono intrappolati, mutilati o deformati.
Il problema dell’inquinamento da plastica è un’emergenza grave anche per la salute dell’uomo.
Si stima che ogni anno più di 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei nostri oceani (fonte: Greenpeace). Praticamente, è come se ogni minuto un camion pieno di materiali plastici rovesciasse tutto il suo carico in mare.
Per questo motivo a Gioia Tauro, sabato 18 maggio si è svolto “C’era una volta il mare” un importante evento dove è stata raccolta tutta la plastica presente sulla spiaggia della città.
All’evento, fortemente voluto e organizzato dal Circolo di Cittanova della Legambiente con il patrocinio del Comune di Gioia Tauro, hanno aderito: l’Istituto Comprensivo “Paolo VI-Campanella”, la Capitaneria di Porto; la Protezione Civile Nazionale; la Croce Rossa Italiana; la Delegazione di Gioia Tauro della Lega Navale; La Città Futura; l’Associazione Aurora Gioiese; l’Osservatorio Ambientale Iride, il Comitato Fiume l’Associazione Pensionati Onlus; l’Istituto d’Istruzione Superiore Severi di Gioia Tauro e l’Unesco.
Caterina Sorbara