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Rizziconi, presentato “Fimmana” di Caterina Sorbara

“Fimmana” Leonida Edizioni è il romanzo della scrittrice di Gioia Tauro Caterina Sorbara.
“Fimmina” vuol dire donna a 360 gradi, non solo oggetto di sensualità e carnalità, ma fonte di vita ed elemento unificante della famiglia come solo la donna calabrese sa essere.
Le donne del romanzo della Sorbara sono forti e appassionate amano, al di sopra di tutto e tutti, sfidando il falso perbenismo e “la legge dei padri”.
I personaggi al femminile, ai quali l’autrice si ispira, sono lo specchio romanzato di tante realtà sofferte, sottaciute, nascoste e che la Sorbara con un’operazione realmente coraggiosa fa emergere nella loro drammaticità.
Pagine intrise d’amore, di dolore, frutto di una ricerca che porta l’autrice ad un lungo cammino per le strade del cuore.
Il romanzo della Sorbara è stato presentato sabato pomeriggio a Rizziconi nella Sala Consiliare.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Rizziconi Alessandro Giovinazzo, che si è soffermato sull’importanza dell’evento, inserito in un cartellone di ampio respiro allestito dall’amministrazione comunale per l’estate 2022, la delegata alla Cultura avv. Maria Rosa Rao ha tracciato una breve nota biografica dell’autrice: scrittrice, giornalista e poetessa, fortemente impegnata in ambito culturale.
La Rao ha sottolineato il forte legame della scrittrice con Rizziconi, paese natale.
A seguire il giornalista Aldo Polisena ha dialogato con l’autrice.
Dal dialogo è emerso che le donne del romanzo della Sorbara sono forti e appassionate, amano al di sopra di tutto e tutti, sfidando il falso perbenismo e “la legge dei padri”. I personaggi al femminile, ai quali l’autrice si ispira, sono lo specchio romanzato di tante realtà sofferte, sottaciute, nascoste e che la Sorbara con un’operazione realmente coraggiosa fa emergere nella loro drammaticità. Pagine intrise d’amore, di dolore, frutto di una ricerca che porta l’autrice ad un lungo cammino rade del cuore. Un cammino che diventa impossibilità di scelta, di rifiuto, di ribellione ad una quotidianità che impone sempre e comunque sacrifici e rinunce.
Un dovere allora quello dell’autrice, di testimonianza civile che, attraverso la narrativa, non faccia cadere l’oblio su queste vite. Per la scrittrice è stato un “dovere” gradito compiuto non solo nei confronti delle donne del suo romanzo, ma idealmente anche per tutte le donne del mondo. “Una delle donne del libro mi ha stupito – ha affermato la Sorbara – perché mi ha detto di non dimenticarla ed e io non mi sono dimenticata di loro, anzi, le ho volute rendere immortali”.
L’evento è stato intervallato dalla lettura di alcune pagine del libro, da parte della dott.ssa Isabella Licopoli.