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Le Muse raccontano l’intercultura nella nostra Calabria come confronto e processo di culture della partecipazione

L’Associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria, domenica scorsa presso la Sala d’Arte di via San Giuseppe 19, ha presentato alla città un inedito incontro su “Culture a confronto…viaggio intorno al mondo”

La manifestazione domenicale ha ricordato il presidente prof. Giuseppe Livoti, ha un grande valore divulgativo, poiché vuole segnare un limite, superandolo tra il concetto di “multiculturalità” che è risultato di flussi migratori e di incontri tra le culture ed “interculturalità” che è invece un processo educativo intenzionale, che deve essere progettato dagli educatori per rispondere alle esigenze formative della società d’oggi.

Hanno dialogato con il pubblico Paola Maldonado responsabile e curatrice Porta Verde – Home Restaurant Messico, Yolanda Gutièrrez Rodrìguez docente madre lingua – Spagna e Tatiana Potapova pres. BergaModel Fashion Academy dottoressa commercialista – Russia, creando un virtuale viaggio tra video ed immagini raccontando la loro terra, le loro difficoltà in Calabria e come si può convivere nonostante grandi trasferimenti che cambiano la vita personale e lavorativa.

Paola Maldonado responsabile e curatrice Porta Verde – Home Restaurant Messico si è subito inserita nell’argomento facendo memoria della sua scelta di venire in Calabria solo ed esclusivamente per amore. Sono scelte per sempre dice lei e della nostra terra di origine in questo caso il Messico, non posso non evidenziare l’ordine, la pulizia il rispetto per il paesaggio urbano, elementi che purtroppo qui a Reggio vengono poco presi in considerazione. Provengo da uno stato dell’America settentrionale la cui capitale è Città del Messico, paese più settentrionale dell’America Latina che costituisce la più grande e la più popolata nazione ispanofona del mondo. Tante le tradizioni che porto con me sono solo nel cuore ma che amo ricordare anche ai miei piccoli figli: dal 31 ottobre al 2 novembre la tradizione dell’ Hanal Pixan vuole che gli spiriti “ottengono il permesso” per visitare i parenti ancora vivi. Una nostra caratteristica è fare un altare che deve essere allestito facendo attenzione a rappresentare i quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco e viene solitamente collocato in salotto o sala da pranzo per la condivisione con tutta la famiglia. A volte gli altari vengono fatti di Poaceae (Graminacee) con tetti di palma o di foglie di banano usando i petali di tagetes erecta per fare un percorso dall’entrata all’altare per dirigere il cammino delle anime. Sull’altare vengono posti diversi elementi importanti, alcuni variano da città a città anche per l’ordine considerato valido. Si tende a creare un altare a più livelli e ogni livello rappresenta un elemento e un passo dalla terra al cielo. La prima cosa da fare è inserire le foto di coloro che vogliamo ricordare. La maggioranza dei messicani definisce la propria identità personale e nazionale come mestiza, termine spagnolo che denota una persona di razza mista, meticcia. Il popolo messicano si ritiene dunque discendente di avi indigeni (amerindi) o spagnoli (europei) e proprio dalla Spagna abbiamo anche ereditato una attenta tradizione culinaria. Oggi a Reggio Calabria ho aperto Porta Verde – Home Restaurant Messico, un nuovo modo di fare imprenditoria ed io lavoro seguendo la tradizione gastronomica insegnatami dalla mia mamma e nonna. I tacos sono l’elemento base della cucina messicana e vengono preparati con carne, pesce oppure verdure avvolti in una tortilla di circa 10/15 cm di diametro e farcito con salse, lime, cipolle e coriandolo. Ed ancora quesadillas, tortilla piegata in due, riscaldata su una piastra e riempita di formaggio o le tostadas tortillas che vengono fritte, servite croccanti e accompagnate con i più svariati condimenti. Ad esempio le tostadas de pollo si preparano con pollo, crema di fagioli, insalata, cipolle, avocado e formaggio. Una sperimentazione nuova che porta dunque economia in una città come Reggio Calabria che si adegua al food internazionale. Yolanda Gutièrrez Rodrìguez docente madre lingua e trasferita anche lei per amore dalla Spagna in Calabria da 35 anni ha ribadito come il rapporto e l’identità con il paese di origine c’è sempre ed il contesto familiare personale assorbe quotidianamente usi e tradizioni rinnovate anche qui in Calabria. In Spagna dice si è molto collegati alla tradizione ed esistono quattro lingue ufficiali: (castigliano, catalano, basco e galiziano), tre lingue regionali non ufficiali (asturiane, aragonesi ed aranesi), oltre a molti altri dialetti. La questione della lingua (idioma nella cultura spagnola) è presa seriamente, tanto da essere protetta anche dalla costituzione spagnola. Gli spagnoli hanno un ritmo di vita diverso, molto particolare che avvicina la cultura spagnola a quella delle regioni del sud Italia. La Spagna è piuttosto nota per le feste folkloristiche e fanno parte di questi appuntamenti: San Fermín – ai più conosciuta come la corsa dei tori – che è la festa celebrativa di San Fermino, patrono di Pamplona. I festeggiamenti iniziano con il lancio di un fuoco d’artificio (chupinazo) dal balcone del Comune che dà il via all’adrenalinico evento. La Tomatina è una festa non collegata a ricorrenze del calendario cristiano e si celebra nel municipio Valenciano di Buñol. Lo scopo della festa è quello di bombardare con pomodori i passanti (tomate nella cultura spagnola significa infatti pomodoro). La Spagna è il terzo paese al mondo per quantità di siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco (ben 44) e, molti di questi monumenti fanno parte del Cammino di Santiago di Compostela (in spagnolo Camino de Santiago, in galiziano Camiño de Santiago) rete di itinerari che, a partire dal Medioevo, i pellegrini hanno percorso attraverso l’Europa per giungere alla Cattedrale di Santiago di Compostela, presso la quale si troverebbero le reliquie dell’Apostolo San Giacomo il Maggiore. Ai reggini consiglio di fare rete, di lavorare per la città che dovrebbe avere cittadini più orgogliosi conclude. Tatiana Potapova dottoressa commercialista prima in Russia ed oggi a Reggio Calabria, proviene dalla Siberia immensa provincia russa che comprende la maggior parte dell’Asia del Nord. Il suo territorio ospita tundra, foreste di conifere e catene montuose che includono Urali, Altai e Verkhoyansk. A sud, il Lago Baikal è il lago più profondo del mondo, circondato da una rete di sentieri chiamati The Great Baikal Trail. Paesaggi diversi e temperature bassissime che ho lasciato nel mio paese di origine ma che mi hanno fatto anche amare il bel clima calabrese. Il popolo russo dice la Potapova è popolo mite, ed oggi più che mai anche io insieme a loro, grido per la pace e sono contro la guerra, tutte le guerre, anche perché anche noi abbiamo passato periodi bui e di ripresa anche nell’economia del paese. La Russia ha tante tradizioni nazionali che hanno origini molto antiche. Infatti, il folklore ha iniziato a svilupparsi all’incirca più di 1000 anni fa ed è stato influenzato da svariatissime culture, fra cui quella dell’Europa Occidentale. Come il folklore ucraino, anche quello russo è pieno di miti e tradizioni della cultura slava. Perciò, molto spesso le leggende ed i personaggi assumono caratteristiche umane. La nostra cucina è utile soprattutto per i lunghi freddi che durano solitamente sei mesi. Fanno parte delle pietanze tradizionali una molteplicità di zuppe, gli ortaggi vengono consumati sia crudi (in salamoia o sott’aceto) sia cotti (al vapore, alla brace o bolliti). Il pesce si cuoce al vapore, bollito, fritto, stufato o alla brace e può essere farcito con diversi ripieni (per esempio polenta o funghi) oppure si mangia in gelatina una volta essiccato e salato. Il caviale si prepara sotto sale oppure bollito in aceto e latte di papavero. Una ricetta tradizionale delle regioni siberiane è la stroganina, pesce crudo congelato tagliato in fette lunghe e molto sottili e consumato ancora ghiacciato. La chiesa ortodossa ha grandemente influenzato la cucina russa: poiché in più della metà dei giorni di un anno era prescritto il digiuno, per cui non si potevano consumare alcune categorie di alimenti. Per questo nella cucina tradizionale russa prevalgono pietanze con funghi, pesce, grano, ortaggi, frutti di bosco piuttosto che carne. A Reggio la Potapova svolge l’attività di commercialista, lavoro che anche la figlia fa in Siberia: io divido per questo la mia vita tra terra di origine e città come Reggio che mi vede vivere ed operare portando sempre nel cuore la mia famiglia e la mia terra.

 Un incontro, dunque, che ha attestato alle Muse, come la presenza di molte culture in uno stesso contesto culturale è legata ai più significativi processi dell’età contemporanea. Oggi più che mai, nel contemporaneo, si vive in pieno multiculturalismo e, nelle grandi città così come nella città del sud, convivono linguaggi altri, provenienti da differenze di razze con usi, costumi, tradizioni e storie umane e personali.