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Associazione Politico Culturale “FRONTE COMUNE” il Santo dalle Origini Incerte

San Gennaro, il grande patrono partenopeo dalle origini incerte. I napoletani capaci di fare carte false per dimostrare, per filo e per segno, che il “loro” santo sia nato nella loro città mentre per i beneventani, stando a loro, proprio non si discute sulla “certezza” che sia stata la loro città a dare i natali al santo Gennaro ma non è escluso che fra le due fazioni prevalga la terza che, da secoli, con dovizia di particolari, si cerca di dimostrare che il Santo, che non è solo napoletano, sia nato in Calabria e precisamente a Calafatoni, piccolo agglomerato urbano nel territorio della città di Nicotera. Stiamo parlando di un periodo molto remoto quando la città di Nicotera non era ubicata dove si trova adesso ma a poca distanza, nella zona sottostante, e il comune di Joppolo, nel quale ricade la zona dove era ubicato il piccolo villaggio di Calafatoni, ancora non esisteva. Infatti, nella seconda metà del III secolo d.C. il Santo, nato da genitori poveri, vedeva la luce, in una piccola dimora, a due passi dal mare, nel piccolissimo centro di Calafatoni, per come viene riportato, in periodi diversi, da molti studiosi Calabresi, in vari scritti. Ne parlano, tra gli altri: Gabriele Barrio (1506 – 1577) umanista, sacerdote, storico – Tommaso Aceti (1687 – 1749), vescovo, bibliotecario e filosofo, “Storia della Calabria”; Fausto Vincenzo Sorace (1769 – 1831), canonico – cultore di storia patria, “Memorie storiche Originali intorno al Vescovado di Nicotera” ed a San Gennaro Patrono della Città” (inedito); Francesco Adilardi (1815 – 1852) giurista – Storico, “ Memorie Storiche sullo stato fisico morale e politico della città e del circondario di Nicotera” ; Pasquale Laureani ( 1823 – 1891), giurista, “Illustrazione di un Antico Marmo rinvenuto presso la Cattedrale di Nicotera”; Diego Corso (1853 -1920), medico – archeologo, “San Gennaro in Calafatoni” nella rivista “La Calabria” e ancora “Tradizioni sulla Terra di Aramoni in Calabria” nella rivista “Arte e Storia”; Raffaele Corso ( 1883 – 1958) Scienziato – etnografo, “La Fanciullezza di San Gennaro”. Ne palano, altresì, in modo approfondito e competente i contemporanei: Bruno Polimeni, storico; Rocco Mazzolari, storico; Don Bruno Sodaro, esperto di storia della religione – scrittore; Michele Garrì, giornalista; Michele Scozzarra, giurista – studioso di storia patria, ed altri ancora. Quanto affermato, anche se non è del tutto storicamente provato, trova la sua forza persuasiva non solo negli usi e nelle tradizioni delle popolazioni del comprensorio Nicoterese ma anche su alcuni principali capisaldi, appresso indicati: – I magistrati di Nicotera nei loro provvedimenti, quanto nei passaporti, inserivano la seguente formula: “Per la grazia di Dio e per l’intercessione di San Gennaro vescovo e martire nostro concittadino”; I vescovi di Nicotera nel XVII e XVIII secolo solevano firmarsi “Vescovo di Nicotera e Concittadino di S. Gennaro Vescovo e Martire”, denominazione che sarebbe persistita fino al vescovato Vincenzo Giuseppe Marra (1792 – 1816 in quanto fino ad allora Calafatoni ricadeva nella diocesi di Nicotera; Il vescovo di Nicotera Ludovico Centofloreno trovandosi a passare per Pozzuoli mentre si recava in Calabria a prendere possesso della sede vescovile, nel 1650, prese visione di una cronaca antichissima in pergamena, esibitagli dal vescovo di quella città, sarebbe apparso chiaro che “San Gennaro, vescovo di Benevento, in Pozzuoli martirizzato sotto l‘impero di Diocleziano, era oriundo di Calafatoni diocesi di Nicotera in Calabria”. Di tale documento il presule ne fece copia, ne certificò l’origine, e la portò a Nicotera. Tale documento prezioso pare sia andato perduto nel devastante terremoto del 1793; Mons. Luca Antonio Resta, vescovo di Nicotera (1578 – 1582), il quale, appena nominato, volle portarsi a visitare i villaggi di Calafatoni, in punto di estinguersi, e di Caroniti sorgente. Trovò a Calafatoni poche case ma senza abitanti stabili i quali si erano trasferiti, per maggiore comodità nel praticare la pastorizia, nel nuovo agglomerato rurale di Caroniti che ancora si trovava senza chiesa. Il vescovo, dopo aver ascoltato gli anziani presenti, dispose che nel nuovo abitato venisse costruita una chiesa sotto lo stesso titolo di quella esistente a Calafatoni, ovvero di San Gennaro, mentre la chiesa di Calafatoni si conservasse ben tenuta in memoria e venerazione del Santo, che ivi avea sortito la nascita, per la frequenza dei devoti, che andavano ad offrir voti e raccomandarsi al Santo. Si comprende, relativamente, l’atteggiamento dei napoletani e dei beneventani, i quali, nonostante non hanno niente di certo sulla nascita del Santo nelle loro città, liquidano, con molta superficialità, la possibilità che il Santo sia nato nella piccola località di Calafatoni e nella quale rimase fino all’età adolescenziale. In particolare i napoletani non accettano, con la loro prosopopea, che il loro Santo per eccellenza sia “retrocesso”, relativamente alla nascita, ad un santo di periferia. Se tante e tante personalità, ecclesiastici e non, hanno sostenuto, in momenti e periodi diversi, che S. Gennaro, molto probabilmente, è nato nella Diocesi Nicoterese qualche ragione ci sarà e, certamente, non può essere trascurata ed ignorata. Se si vuole, come è giusto che sia, fare luce sul vero ed autentico luogo di nascita del Santo, lasciando da parte desideri, fazioni, e preconcetti, c’è ancora da lavorare e noi, che non abbiamo l’oracolo del Signore, possiamo solo fare voti a San Gennaro per far trovare a “cartuccella” giusta per dirimere la questione. Chi vivrà vedrà.
Nicotera, settembre 2023
Il Presidente
(Enzo Comerci)