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Bisogna valorizzare il patrimonio turistico,naturalistico ed archelogico della Piana

Nei mesi scorsi avevamo lanciato l’allarme rispetto alle situazioni di degrado e di incuria che ormai su tutto il territorio della Piana la fa da padrone. L’ incuria sta prendendo il sopravvento rispetto ai servizi che non vengono forniti alla collettività e rispetto al miglioramento delle condizioni di vita auspicate all’interno del territorio.

La stagione estiva è ormai entrata nel vivo, ed i bagnanti devono fare sempre più slalom tra le sporcizie legate alla cattiva gestione delle spiagge del litorale. Cumuli di rifiuti invadono le carreggiate delle nostre città, creando vere e proprie discariche a cielo aperto, seguiti da roghi che qualche ben pensante ritiene opportuno appiccare, creando ulteriori danni alla salute di tutti i cittadini. Le sterpaglie superano il metro di altezza, la natura selvaggia si ribella riappropriandosi degli spazi, “ grazie” alla gramigna che cresce indisturbata ai bordi delle strade, i servizi sanitari vengono erogati con il contagocce, in un momento in cui nella piana la popolazione raddoppia, grazie al turismo di ritorno.

Scenario di ordinaria follia penserete!!! tutto vero. Tutto questo succede nella Piana di Gioia Tauro. Succede in una terra bellissima che tanto avrebbe da dare al territorio ed ai suoi abitanti se solo ci fosse un po’ di oculatezza in più. Vani sono gli sforzi di questi anni di attivisti e associazioni che si battono con coraggio per far conoscere il territorio, mettendo a nudo la bellezza e la naturalezza di un territorio, spesso bistrattato da chi specula sulla pelle e sulle spalle dei cittadini. Ed allora apprendiamo sempre di più, come i cittadini si auto organizzano rispetto ad una situazione generale di degrado assoluto. I cittadini gioiesi hanno pulito la spiaggia, i palmesi abbellito le strade della tonnara, in altri posti hanno fatto rivivere le ville comunali, i giardini, gli spazzi verdi, i monumenti. E le Amministrazioni Comunali? Cosa Fanno? Guardano i cittadini darsi da fare.

Ed allora, perchè non valorizzare il grande capitale naturalistico e culturale, ricco di tradizioni storiche e culinarie facendo rete? Perchè non mettere insieme le varie esperienze delle città della piana, creando rete tra associazioni ed amministrazioni comunali, dando magari la possibilità a tanti giovani di crearsi una prospettiva di lavoro in settori al momento a noi sconosciuti? Perchè non mettere insieme i vari musei della piana, i parchi archeologici ed i parchi naturalistici?

Perchè l’associazione “città degli ulivi” che rappresenta i sindaci della piana non si fa promotore di un progetto di sviluppo culturale, paesaggistico e turistico dell’area della piana, convolgendo tutti i soggetti interessati? Questo vorremmo capire, rispetto alle condizioni di sviluppo del territorio, questo vorremmo capire rispetto alla promozione turistica dell’area. C’è un grande patrimonio che noi abbiamo e non sfruttiamo è l’industria turistica. Iniziamo a pensare a come creare le giuste condizioni, trasformandole in occasioni di lavoro.